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Biografico
Erika Giovanna Klien – Vita da cinetista

Erika Giovanna Klien – Vita da cinetista

“Obiettivo principale del cinetismo era l’educazione ritmica delle sensazioni”

Siamo immesamente felici di invitarvi calorosamente ad una serata storica incentrata su una professionista ed artista internazionalmente riconosciuta, uno dei nomi di toponomastica femminile da tempo presente sul territorio e nel Borgo, ma poco considerata nonostante lo Spazio Klien sia un epicentro della cultura in Bassa Valsugana.

Massima rappresentante del cinetismo viennese, Erika Giovanna Klien nasce a Borgo Valsugana TN in data 12 Aprile 1900 da un nucleo familiare della piccola borghesia, il padre le consentì di frequentare la Scuola d’Arte e Artigianato di Vienna (Hochschule für Angewandte Kunst) nel 1919 dove poté affinare le sue già notevoli doti di disegnatrice; al centro dell’impostazione pedagogica vi era il tentativo di abbattere il muro che divideva arte e artigianato, spinto dalle riforme e correnti dell’Avanguardia europea, dal Futurismo, Cubismo, Costruttivismo e il Bauhaus.

Fervente scrittrice di poesie, che trasformava in iscrizioni e strisce fumettistiche, facendo della propria calligrafia un gesto artistico autonomo; nella sua corrispondenza privata sostituì presto i segni d’interpunzione con trattini di sospensione. Amante del teatro e della danza, investì con profonda passione nel suo inesauribile desiderio di divenire attrice, frequentando la vicina scuola di recitazione viennese. L’obiettivo principale del cinetismo era l’educazione ritmica delle sensazioni…dedicandosi alla rappresentazione di processi motori iterativi: la danza, il volo degli uccelli, movimenti ritmici astratti percorrono come un filo rosso tutta la sua epopea figurativa.

Partecipò a diversi importanti eventi del settore, quali: la Mostra delle Arti di Parigi del 1925, la Mostra Internazionale di scrittura artistica moderna al Museo Austriaco dell’arte e dell’industria del 1926 e la International Exhibition of Modern Art di Katherine Dreier del 1926/27 a New York. Nonostante il successo ottenuto tuttavia, alle donne la scena internazionale professionale veniva negata spesso a causa delle condizioni economiche e sociali, dopo il diploma non riuscì ad affermarsi come artista indipendente, perciò si dedicò alla pedagogia presso la Elizabeth-Duncan-Schule di Klessheim (Salisburgo), la Stuyvesant School di New York, e negli anni successivi in almeno altre sette scuole d’arte americane, tra cui le prestigiose Spence School, Dalton School e Walt Whitman School.

E’ proprio tra il 1930 e il 1940, facendo la spola contemporaneamente tra tre istituti, che diede luce e colori ad alcune delle sue opere più importanti; mentre nel 1938 ottenne infine la cittadinanza americana.

Morì d’infarto a New York all’età di appena 57 anni, tentando di occuparsi del figlio illegittimo nonostante lo stato di profonda prostrazione, nell’America della Grande Depressione. Dagli ’70 viene riscoperta e il suo contributo reso accessibile ad un più ampio pubblico in misura crescente. Oggi il Borgo, ə suoə concittadinə e l’Amministrazione la onorano grazie anche al cortometraggio commissionato all’affermata documentarista Elena Goatelli.

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